Mi capita spesso di parlare con futuri imprenditori che vorrebbero costituire una startup innovativa, ma non conoscono i requisiti necessari per costituirla in questo 2018 che volge al termine. E molte volte mi trovo nella situazione di dirgli che la loro startup, non è una startup innovativa. Per lo meno non per lo Stato Italiano.
Infatti in Italia abbiamo un registro speciale con dei requisiti ben precisi su quali aziende possono essere considerate startup innovative. È anche contemplato che un’azienda possa prima costituirsi e poi iscriversi successivamente nel registro speciale.
- La startup non deve essere costituita da più di 60 mesi, deve essere operativa e deve avere sede in Italia.
- Il valore della produzione, così come risultante nell’ultimo bilancio, non deve essere superiore ai 5 milioni e non deve distribuire utili.
- Non è stata costituita da una fusione o da una scissione a seguito dalla cessione di azienda o di un ramo aziendale.
- Deve avere come attività esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico.
Per iniziare, una startup innovativa deve avere tutti questi requisiti per essere considerata tale.
Sopratutto l’ultimo punto è quello che desta più perplessità perché non c’è una direzione chiara di ciò che è considerato alto valore tecnologico. Infatti molto dipende anche dalle CCIAA che valutano in modo non uniforme le iscrizioni al registro speciale o dall’evoluzione del mercato che rende velocemente “obsolete” alcune tecnologie che prima erano considerate innovative, come per esempio l’ecommerce.
In aggiunta a questi requisiti, una startup innovativa deve almeno soddisfare uno di questi criteri.
- Spese in ricerca e sviluppo uguali o superiore al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione della startup innovativa.
- Impiego di dipendenti o collaboratori, in percentuale uguale o superiore a 1/3 dell’intera forza lavoro che abbiano un dottorato di ricerca o che stiano svolgendo a un percorso di dottorato di ricerca o anche con una laurea e che abbiano svolto da almeno tre anni attività di ricerca in istituti pubblici o privati. In alternativa una forza lavoro uguale o superiore ai 2/3 in possesso di una laurea magistrale.
- È titolare o depositaria o licenziataria di almeno un brevetto relativo all’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale. Può avere anche una privativa industriale su un programma per elaboratore originario registrato al Registro speciale ma che siano attinenti all’attività prevalente della società.