Esistono due scuole di pensiero quando si parla di traffico legato ai contenuti. Da una parte c’è chi crede che la SEO sia il fattore più importante per ottenere dei risultati tangibili con un sito, dall’altra c’è il motto “cura i tuoi contenuti, il contenuto di qualità porta visitatori”. Succede sempre così, c’è sempre almeno una dicotomia quando bisogna espriremere un giudizio.
Diciamo che la mia posizione è in mezzo alle due, è vero che la SEO aiuta notevolmente a imporsi sui motori di ricerca, ma è pur vero che senza contenuti non fidelizzi l’utente e inoltre un contenuto valido è altamente virale soprattutto nell’epoca dei social.
A questo punto vi starete chiedendo dove voglio andare a parare con il mio articoli. Ebbene, io ci aggiungo un terzo fattore che chiamerò brand. Perché? E’ molto semplice.
Prendiamo d’esempio il mio blog e quello del Tagliaerbe (mi piace e mi scuserà se ogni volta lo prendo come esempio). Il mio blog è aperto da solo un anno, non ho scritto moltissimo, infatti questo che sto scrivendo è appena il 74esimo articolo (beh dai una media di un articolo ogni cinque giorni!). Molti articoli possono essere di scarsa qualità, ma almeno qualcuno può essere considerato valido, o no?
La mia presenza nei motori di ricerca non è male, ho avuto buoni riscontri per il mio articolo su SEO Power con cui sono stato, praticamente i due mesi successivi alla pubblicazione dell’articolo, primo per la chiave relativa. Eppure non c’è mai stato un boom di visitatori (considerando anche che è un settore fortemente di nicchia).
Passiamo al Tagliarbe che ogni giorno regala interessantissimi articoli, ma il primo aprile, ogni anno, pubblica un articolo legato al mondo del web, ma che è una palese presa in giro (simpatica ovviamente!). Bene il suo articolo viene letto, commentato e condiviso da numerosi lettori.
Ecco la differenza. Il suo non è un articolo di qualità, ma ha fidelizzato i suoi utenti, è un brand conosciuto che gli permette anche questi cambi di argomento senza risentirne nel traffico.
Non è la SEO che gliel’ha permesso, sono più i contenuti di qualità prodotti nel tempo. Ma il paradosso è che non producendo un contenuto di qualità allora non si può fare riferimento a questa filosofia nel caso dell’articolo d’esempio. Per questo entra in gioco la terza filosofia del brand che permette di produrre contenuti anche non di qualità, ma che ha delle basi solide che non influiscono sulla mole di traffico.
A questo punto mi pongo un ulteriore domanda: se un mio articolo finisse nel Tagliaerbe quanto verrebbe letto? Per me la risposta è ovvia, almeno quanto un contenuto come quello del pesce d’aprile 😉
mamma.. è complicatissimo!
bè si ma ci sono gli addetti ai lavori per farlo
Si ma quanto costano! …
E’ dura crearsi un brand conosciuto, c’è da lavorare ogni giorno a questo scopo, però come in tutte le cose poi si ottengono delle soddisfazioni.
Ciao Damiano, il Brand come dici te, è derivato da un duro e lungo lavoro. Sicuramente una bella base di SEO non guasta mai, questa porta più traffico che porta ad avere più utenti che si fidelizzino (almeno in termini di probabilità). Questi si fidelizzano solamente se il tagliaerbe ha creato, crea e continuerà a creare contenuti nuovi ed originali. Un post divertente e fuori tema ci può stare, ma sicuramente non lo seguirebbe più nessuno se continuasse con questi post particolari.
Quindi il problema fondamentale è: fidelizzare gli utenti!
Penso che il fattore Brand è un derivato della SEO e dei Contenuti originali, non è un vero e proprio fattore a sè.
Ciao e buon lavoro Damiano 🙂