Fallimento è una parola che spaventa. Perché non solo vedi che tutto il lavoro e il sacrificio che hai fatto vanno in fumo, ma anche perché le persone ti crederanno un fallito, uno che non è capace a fare nulla. E inizi ad avere così tanta paura che alla fine ci inizi a credere anche tu.
Come far fallire una startup ed essere felici è una ventata di positività, racchiusa purtroppo in troppe poche pagine, che però attraverso le grandi storie di fallimento ci mette tutti davanti a una realtà che troppo spesso ci dimentichiamo: fallire fa parte del processo di apprendimento.
Un libro che vuole avere il pregio di sovvertire la concezione negativa del fallimento tipica dei paesi anglosassoni che non si dimenticano che anche un campione olimpico di corsa prima di saper camminare è caduto più e più volte nel tentativo.
“Siamo figli di Cartesio e Platone, quindi razionalisti e non abbastanza empiristi, come invece lo sono pensatori anglosassoni, quali Hume o Locke”. Ha ragione il filosofo francese Charles Pépin quando spiega perché, rispetto a inglesi e americani, noi fatichiamo a comprendere il valore [..] dell’esito fallimentare.
Ecco i tre aspetti che mi hanno colpito maggiormente durante la lettura del libro.
Storie reali
Tutte le storie raccontate sono reali fallimenti di startup che sono state considerate di successo durante i periodi di massima gloria culminati magari con investimenti da record. Ma a queste storie sono affiancati anche i racconti di casi eccellenti di aziende che erano considerate infallibili come la Kodak.
Ridurre il rischio iniziale
Sì, perché nel libro ci si imbatte in numerosi consigli o avvertenze sul dare il giusto peso a determinate decisioni che poi possono tramutarsi in alcune delle cause più frequenti di fallimento. Un’introspezione per capire di avere la giusta motivazione per avviare una startup, la scelta dei giusti compagni di avventura o il memorandum che cash is the king, tanto per intenderci.
Positività
Sicuramente davanti al fallimento della tua startup non sarai felice, come titola provocatoriamente il libro, ma certo è che la sua lettura trasmette un forte senso di positività nello spronare a provarci. Ci vuole insegnare che tutti abbiamo fallito e che tutti ancora falliremo. La differenza sta nel come falliamo. Ever tried. Ever failed. No matter. Try Again. Fail again. Fail better. Dopotutto.
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