La norma per l’iscrizione di una start-up nel registro delle startup innovative richiede che la comunicazione sia presenta in forma telematica con firma digitale tramite una Comunicazione Unica al Registro delle Imprese, all’Agenzia delle Entrate, all’INPS e all’INAIL.
Questa comunicazione deve essere inviata contestualmente ai quattro enti, motivo per cui solitamente viene effettuata, da chi di dovere, con il servizio Comunica messo a disposizione dal Registro delle Imprese.
Fin qui niente di strano o di particolarmente difficile senonché ci sono alcune considerazioni da prendere in esame:
- una startup che viene costituita e contemporaneamente viene iscritta come start-up innovativa, non può effettuare la comunicazione contemporaneamente.
- non tutti i notai si occupano della comunicazione unica, possono limitarsi soltanto a quella al Registro delle Imprese. Infatti le altre rientrano più nei compiti del commercialista/consulente del lavoro.
Questo comporta, per esempio, che la comunicazione all’INAIL non sia effettuata quando la norma lo preveda e di conseguenza l’INAIL può sanzionare la start-up per il ritardo nella comunicazione.
A quanto pare è un problema che tutte le startup innovativa, allo stato attuale, dovranno affrontare.
E’ possibile che la burocrazia italiana sia così complicata, che per quanto si cerchi di fare le cose seguendo il più possibile le norme, si finisce comunque per sbagliare e pagarne il prezzo?
E non vi ho raccontato di quando, soltanto per essere titolari di un’azienda, l’INPS ha iscritto d’ufficio i soci nel Cassetto Previdenziale Artigiani e Commerciali e ha chiesto 4000 euro di contributi annuali anche se non percepivano una remunerazione.
PS: queste considerazioni nascono dopo lunghe discussioni tra CCIAA, consulente del lavoro, commercialista e studio notarile. Se qualcuno ha esperienze diverse contrarie a quanto ho scritto, me lo faccia sapere e approfondirò ulteriormente.