La “black chain”: il lato oscuro della blockchain

Che la blockchain sia un’innovazione tecnologica dirompente non ci sono dubbi. Potrebbe cambiare moltissimi aspetti della nostra vita, basti pensare alle criptovalute. Ma come tutte le nuove tecnologie ha anche una sua la parte oscura, la sua “black chain”.

Energia

Portare a termine una transazione su blockchain ha dei costi energetici non indifferenti. È stato lanciato più volte l’allarme che il mining delle criptovalute sta consumando sempre di più a livello globale e continuerà a crescere.

Sicurezza

Non è raro leggere di furti di criptovalute ai danni degli exchange, ossia i siti in cui sono possono comprare e vendere criptovalute. Ultimo in ordine di tempo è stato il furto del valore di 27 milioni ai danni di Bithumb, il secondo exchange mondiale per volume d’affari.

Immutatezza

Quando una transazione o uno smart contract viene inserito nella blockchain è immutabile. Quindi anche se è stato commesso un errore questo non può essere modificato.

Speculazione

L’adozione delle criptovalute come moneta digitale va a ritmi ridotti perché vengono viste come strumento speculativo. Lo dimostrano anche che il 46% delle ICO lanciate nel 2017 sono progetti già falliti e l’80% di quelle che sono rimaste sono delle truffe.

Politica

Che lo si voglia o no c’è sempre di mezzo la politica, sopratutto quando si ruota intorno al denaro. Da una parte le istituzioni che ancora tentennano su come gestire per esempio le criptovalute, dall’altra gli sviluppatori che ruotano attorno a un progetto con le regole. Non è un caso infatti che nascono dei dissidi che portano ai fork.

Scritto da
Damiano Congedo
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