Il mio Social Case History Forum 2012

Ieri 29 marzo ho preso parte al Social Case History Forum tenutosi a Milano alla BlendTower. Un evento che ha occupato sia la mattinata che per il pomeriggio di una soleggiata giornata primaverile.

A causa di altri impegni ho assistito a solo due interventi che in realtà erano quelli che più mi interessavano:

  • CNA Roma: 10 buone ragioni per fare e-commerce d’eccellenza
  • Come organizzare concorsi a premio su Facebook sia dal punto di vista legale che marketing. Redoute: gioca e vinci al fashion quiz.

Parto con le mie considerazioni generali sull’evento conscio del limite esperienziale derivato dalla limitata permanenza all’evento.

Social Case History Forum

La location era in una posizione strategica, a nemmeno 5 minuti di passeggiata dalla stazione centrale di Milano. Il vero problema è stato che probabilmente nemmeno gli organizzatori si aspettavano un’affluenza così importante e le sale dedicate ai case history non era in grado di accogliere tutti i partecipanti. Forse sarebbe stato più comodo richiedere la registrazione all’evento in modo da avere una prospettiva sul numero dei partecipanti e gestirli meglio. Ma sicuramente questa è una cosa che l’esperienza di quest’anno permetterà di migliorare nei prossimi eventi.

I veri problemi sono stati due, a mio avviso: da una parte il tempo concesso per ogni singolo intervento, dall’altra l’assenza di numeri.

Mi spiego meglio.

Per ogni intervento è stato dedicato un quarto d’ora, troppo poco per poter spiegare dettagliatamente un case history, infatti sia l’intervento precedente al primo a cui ho assistito, sia il primo sull’Ecommerce hanno sforato. Molti relatori, ma troppo poco tempo a disposizione.

Il problema dei numeri invece è relativo ai case history. Gli organizzatori del SCHF avevano promesso niente #fuffa, un bello slogan che ha quasi soddisfatto le attese (a leggere le discussioni su Twitter) però mancavano i numeri relativi ai case history ossia quanto ha venduto l’ecommerce presentato nel primo intervento e quante persone hanno partecipato al quiz descritto nel secondo intervento.

Passiamo ora ai due interventi a cui ho assistito. A breve saranno disponibili le dispense proiettate durante la relazione sul sito ufficiale del SCHF, intanto mi permetto di fare un sunto della discussione con una mia riflessione sulla tematica affrontata.

CNA Roma: 10 buone ragioni per fare e-commerce d’eccellenza

La discussione era incentrata sull’esperienza di TheBe in collaborazione con CNA nella creazione di un social ecommerce dedicato all’enogastronomia italiana che includesse in questa logica le tante attività di ristorazione. Il punto di forza era quello di andare incontro ai ristoratori meno avezzi del digitale e della fatturazione internazionale (in caso di vendite all’estero) con un servizio di gestione centralizzato sia di spedizione che burocratico. All’attività è lasciato solo il compito di inserire i prodotti e scegliere i prezzi. La remunerazione è fissata su una base di abbonamento annuale e un revenue sharing sulle vendite.

Questo è un aspetto dell’ecommerce piuttosto chiaro da tempo, nonostante i numeri dicano che lo shop online è attuale e non è il futuro, c’è ancora parecchia reticenza nell’abbracciare i nuovi media soprattutto per quelle attività gestite tradizionalmente con poca propensione all’innovazione.

Ho avuto anche io esperienze analoghe in altri progetti, e questo modello, ha degli intoppi perché dipende troppo dalle attività che aderiscono al social ecommerce. Se non c’è propensione alla sperimentazione, anche se si sottoscrive un abbonamento annuale, accade spesso e volentieri che l’attività non sfrutti ciò per cui ha pagato.

Altro grosso punto di domanda è quello, come detto nell’introduzione, che non sono stati forniti i numeri di vendita del progetto ecommerce che avrebbero sicuramente dato una mappatura più tracciata delle potenzialità del modello di business.

Come organizzare concorsi a premio su Facebook sia dal punto di vista legale che marketing. Redoute: gioca e vinci al fashion quiz.

Il secondo intervendo era un case history dedicato all’organizzazione di contest su Facebook e come gestirli sia dal punto di vista legale, in base alla legge 430/2011, sia rispettando le linee guida di Facebook evitando così di farsi chiudere la gara.

Tra i consigli forniti c’è quello di puntare molto sulla gamification che permette, tramite obiettivi sbloccabili in base al gioco, di ottenere dei riconoscimenti che vengono pubblicati nella bacheca dell’attività e dell’utente in modo da viralizzare il contest. Inoltre è stato consigliato di impostare i premi su tre livelli:

  • premi giornalieri istantanei per chi completa il gioco
  • premi speciali per chi sottoscrive funzionalità avanzate (per esempio accettazione alla ricezione delle newsletters)
  • premi consolazione per chi non supera il gioco

Questo in sostanza è il riassunto delle opportunità e dei vincoli nell’organizzare i contest su Facebook e di quelli imposti dal Ministero.

Opportunità:

  • gli utenti sono già iscritti e loggati
  • si può accedere alle informazioni dell’utente in base alla privacy impostata
  • socializzazione e viralizzazione
  • post automatici sulla bacheca del profilo del giocatore e del promotore

Vincoli ministero:

  • i partecipanti devono essere già iscritti prima dell’inizio del concorso (si deve verificare l’ultimo ID erogato da FB e lo si controlla al momento dell’avvio del contest)
  • l’app FB deve salvare le info in macchine esterne italiani conformi (si deve poter giocare anche nel sito esterno)
  • l’app FB deve essere corredata da un adeguato atto notarlie che ne attesti la conformità e la non manomettibilità e imparzialità dell’estrazione
  • regolamento, fidejussone, 15 giorni prima, estrazione con responsabile della fede repubblica, pagamento oneri fiscali, consegna premi, chiusura concorso (430/2011)

Vincoli FB:

  • il promotore è responsabile in toto
  • bisogna includere una dichiarazione che gli utenti sollevano FB da qualsiasi responsabilità; il concorso non è collegato a FB, FB è solo un media, gli utenti stanno cedendo i dati al promotore e non a FB
  • non è consentito usare funzioni o funzionalità di FB
  • non è consentito subordinare azioni su FB per partecipazione (tranne il Mi Piace alla pagina FB) o vincite
  • non si possono mandare messaggi per segnalare la vincita tramite FB
  • non è consentito incentivare un’azione dell’utente per scoprire se ha vinto

Tra tutti i cavilli ministeriali e di piattaforma ce ne è uno che mi ha colpito in particolare e probabilmente sono giunto alla conclusione che valga solamente se ci sono premi strettamente legati ai soldi (buoni, prodotti con valore d’acquisto, etc.). Si tratta del punto non è consentito usare funzioni o funzionalità di FB, ossia non è valido utilizzare i Mi Piace, per esempio su una foto, come forma di votazione che decreti il vincitore.

Subito ho pensato al contest Leica 24×36 che è strutturato proprio in questo modo: like su FB più votazione della giuria interna. La differenza sembrerebbe proprio il fatto che non c’è un premio in soldi o convertibile in soldi in palio, ma di un tutoring non altrimenti possibile.

Anche in questo caso non sono stati forniti dati sull’affluenza al contest presentato in quanto è stato programmato con una durata di 7 mesi ed è stato appena avviato.

Queste sono le mie impressioni sugli interventi a cui ho avuto il piacere di assistere; sicuramente chi ha avuto la stessa fortuna può pensarla diversamente dal sottoscritto 😉

Scritto da
Damiano Congedo
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commenti
  • In merito a:
    “Per ogni intervento è stato dedicato un quarto d’ora, troppo poco per poter spiegare dettagliatamente un case history”
    Vorrei precisare che la durata dello speech era scelta dai relatori, da un minimo di 10 minuti fino a 3 ore e quindi non imposta dall’organizzazione.

  • Ciao Lorena, grazie per il commento. Entrambi gli interventi sono durati 15 minuti, il fatto che sia stato scelto dall’organizzazione o dal relatore, per me rimane sempre un periodo troppo limitato per poter esporre in dettaglio un case history 😉

  • Il tempo dell’intervento come dicevo veniva scelto dai relatori fra una serie di possibilità che l’organizzazione metteva a disposizione. Pertanto coloro che hanno scelto di presentare la propria case in 10 minuti (che poi sono diventati 15, perchè non siamo stati “fiscali”) lo hanno fatto consapevoli di dover essere molto stringati.
    L’organizzazione pertanto non ha imposto i tempi dello speech.

  • ciao Damiano è sempre utile conoscere i commenti di chi assiste agli interventi o alle presentazioni dei casi. La prossima volta sceglieremo la formula lunga per spiegare meglio i dettagli e quindi dare tutti i numeri utili a comprendere. Solo qualche informazione sul progetto CNA che non è rivolto alla ristorazione ma soprattutto ai produttori e rivenditori (negozianti) del settore enogastronomico che invece on line possono davvero aprire un nuovo canale di vendita con utili assai interessanti. Un sito mall tematico come quello che abbiamo progettato mette a disposizione di tutti: – strumenti di gestione di magazzino, vendita, spedizione; – strumenti di fatturazione; e strumenti di web marketing che sono indispensabili per le vendite on line. Tra un anno al Social CH Forum daremo i numeri dei primi 12 mesi sperando che abbiano superato le stime. Se vuoi avere maggiori info selena pellegrini su linkedin oppure selena.pellegrini@thebrandexperience.it

  • Ciao Selena, grazie mille per il commento. Sarà molto interessante conoscere i numeri di quello che sarà il primo anno di attività del progetto. Ribadisco che la questione del tempo non è una critica, ma è un consiglio sia per chi ha il piacere di ascoltare, ma anche per chi deve presentare un progetto per farlo nel miglior modo possibile e senza badare troppo al tempo 🙂

  • Ciao Damiano
    ti segnalo la prossima edizione in arrivo, 5 luglio Palazzo Stelline Milano.
    Qui un brevissimo pre-comunicato stampa:

    I SOCIAL MEDIA COME NON VE LI HANNO MAI RACCONTATI PRIMA.
    Social CaseHistory Forum ripropone una nuova edizione estiva il 5 luglio 2012 al Palazzo Stelline.
    L’appuntamento ripropone lo stesso format che punta alla concretezza dei progetti “Solo case history. Niente #fuffa.”
    Rilevante la partecipazione di BlogMeter ( http://www.blogmeter.it ) per l’analisi della presenza delle aziende italiane sui social media e di Userfarm ( http://www.userfarm.com ) il network internazionale di video crowdsourcing.
    La sottoscrizione della case history può essere inviata da http://bit.ly/ySNWEI
    Hashtag #SCHF12

    Grazie!
    Lorena

  • Grazie mille per la segnalazione! Se riesco a liberarmi un po’ dagli impegni cercherò di venire e di scrivere un post sul blog per annunciare l’evento 😉

Damiano Congedo