Se è vero che fare azienda è come un matrimonio, allora potremmo dire che le quote societarie, l’equity, sono come un anello nuziale che sigilla il rapporto tra i founder.
Sicuramente la distribuzione dell’equity in fase di avviamento di una startup è una delle scelte più delicate che i founder dovranno affrontare. L’equity porta responsabilità nei confronti degli altri soci, dei futuri investitori, nei confronti dell’azienda stessa.
Sbagliare la distribuzione delle quote può essere anche una causa di fallimento di una startup. Prova a immaginare cosa accadrebbe alla tua startup se il founder con più equity decidesse da un momento all’altro di mollare tutto!
Indice dei contenuti
I 6 elementi del processo decisionale
Metto subito le mani avanti: non esiste una formula magica che funziona per distribuire l’equity.
Eppure questa scelta non deve essere lasciata al caso. Per questo si possono prendere in considerazione 6 elementi nel processo decisionale di distribuzione di equity tra i founder di una startup.
Proviamo a vederli.
Idea
L’idea da sola non vale niente, ma pur sempre c’è qualcuno che ha la scintilla che scatena il fuoco. Di solito è costui che cerca di coinvolgere altre persone creando una prima versione di un team aziendale. E per questo bisogna rendergliene merito.
Validazione
Avere un’idea non basta. Bisogna metterla in pratica e cercare conferme dal mercato. Qualcuno si prenderà in carico di fare le prime ricerche, anche se elementari, i primi sondaggi, magari svilupperà il primo MVP e porterà a casa qualche metrica. Può essere chi ha avuto l’idea, ma anche altri founder, e questo è punto a loro favore.
Know how ed Esperienza
Questi due elementi sono importanti per tutti quei founder che portano all’interno del team la conoscenza del settore di riferimento in cui si muoverà la startup. È altrettanto importante l’esperienza pregressa del founder nell’imprenditorialità o nelle mansioni che andrà poi a ricoprire operativamente.
Compromissione
Bisogna tenere conto di quanto è indispensabile un founder per lo sviluppo della startup. In sostanza se dovesse andarsene via, c’è il rischio che la startup possa compromettersi? Oppure si può andare avanti con lo sviluppo, magari sostituendolo facilmente con un’altra risorsa?
Commitment e Rischio
Dedicarsi full time alla startup già delle prime fasi può non essere la soluzione migliore, però esiste la possibilità che un founder creda così fortemente nella startup da investire tutto il proprio tempo e magari anche risorse economiche, rischiando molto più degli altri.
Responsabilità
Idealmente in fase di partenza tutti i founder saranno un C-level (CEO, CTO, CMO, COO, etc.), ma non tutti avranno le stesse responsabilità. Per esempio un CEO avrà anche delle responsabilità legali, un CTO in una startup tech svilupperà gli asset principali dell’azienda.
Come calcolare l’equity
Una volta fissati questi 6 elementi potresti dare un peso diverso a ognuno, per esempio da 1 a 10, a seconda di quanto ciascuno è importante.
Personalmente io darei questi valori.
- Idea: 5
- Validazione: 8
- Know How ed Esperienza: 7
- Compromissione: 9
- Commitment e Rischio: 6
- Responsabilità: 7
Deciso il peso non dovrai far altro che dare una valutazione del suo contributo alla startup, anche in questo caso da 1 a 10, per ogni founder su ogni elemento.
In questo esempio ho ipotizzato quattro founder di una startup tecnologica in fase di business idea, con ruoli diversi rispecchiati dalle valutazioni degli elementi:
- Founder 1: CEO e ideatore
- Founder 2: CMO e co-ideatore
- Founder 3: CTO
- Founder 4: Mentor/Advisor
Completato questo passaggio non ti resta che fare la somma dei punti totali per ogni founder e calcolare la percentuale rispetto al totale dei punti distribuiti per avere un’ipotetica equity.
Ricorda: questo modello è solo indicativo! Ma pur sempre un punto di partenza analitico.
Aggiungo che si tratta di una mia rielaborazione del Founder’s Pie Calculator di Frank Demmler. In alternativa puoi anche provare questo Startup Equity Calculator.