Le 5 lezioni che ho imparato dal fallimento di APPEATIT (speech @FuckUp Nights)

Le 5 lezioni che ho imparato dal fallimento di APPEATIT (speech @FuckUp Nights)

Dopo il fallimento di APPEATIT ho avuto un solo chiodo per la testa: prendere parte a una FuckUp Nights. Quasi potrei dire di aver fatto fallire apposta la mia startup per parteciparvi!

Se non conosci le FuckUp Nights si tratta di un format messicano, ormai diventato internazionale, in cui gli imprenditori raccontano le loro esperienze fallimentari.

Eh, già. Hai capito questi messicani? Hanno scoperto che si impara di più dai fallimenti che dai successi e queste occasioni di condivisione diventano delle celebrazioni di lezioni imparate.

Ho quindi il piacere di riportarti un estratto del mio speech in cui sono puoi trovare le cinque lezioni che ho imparato dal fallimento di APPEATIT raccontate durante la FuckUp Nights all’Impact Hub di Firenze.

E colgo l’occasione per ringraziare nuovamente Laura De Benedetto che mi ha invitato e mi ha trasmesso l’entusiasmo giusto per parlare ed emozionarmi con questa FuckUp Nights.


 

Molti mi chiedono: ma quando hai capito che stavate fallendo? C’è stato un evento in particolare che me l’ha fatto capire. Beh, quando i miei soci mi dissero con assoluta tranquillità che stavano inviando il CV ad altre aziende! A parte questo è stato il momento in cui mi sono sentito solo nelle mie decisioni, i soldi erano finiti, le partnership che avevamo chiuso evaporate per tanti motivi. E a quel punto mi sono ritrovato a riflettere sulle mie decisioni. E penso di aver imparato cinque lezioni.

Le decisioni

Non esiste una decisione sbagliata, esiste la migliore decisione presa in quel momento. O per lo meno per me è stato così anche per tutte le decisioni sbagliate che ho preso. Le ho sempre prese pensando che avrebbero migliorato la situazione, non che avrebbero danneggiato la società. A meno che tu non sia un masochista, cercherai sempre di scegliere ciò che in quel momento ti sembra il meglio per la tua azienda.

Il giudizio

In particolare quello altrui. Riceverai attestati di stima da parte di tutti, più per il fatto che ci stai provando, che per la bontà del tuo modello di business. Vincerai premi, competition, scriveranno di te e finirai su tutti i giornali. Alla fine potrai compromettere il tuo giudizio, ti sentirai invincibile e forse peccherai di vanità.

Il tempo

Il tempo è la risorsa più scarsa che abbiamo e quando fai startup lo è ancora di più perché hai pochi soldi e li bruci in fretta. E allora ti verrà voglia di lavorare di più, di tagliare tempo ad altre attività come il team building perché raggiungere gli obiettivi di business sembrerà l’unica cosa che abbia senso. A lungo andare questo lo pagherai perdendo di qualità, togliendo il tempo alla riflessione, abbassando la motivazione delle persone.

Il team

Tutti e ovunque ripetono che la chiave del successo è team, team e team. Quando la sentivo mi sembrava un po’ assurdo, che fosse la classica frase detta per incoraggiare noi giovanotti alle prime esperienze imprenditoriali. Dopo il fallimento ho capito quanto fosse vero. Un team compatto supera qualsiasi difficoltà e mi sento di dire che se una startup va bene è merito del team, se c’è qualcosa che va storto è colpa del CEO.

L’apprendimento

Dopo il fallimento di APPEATIT ho avuto altre esperienze professionali che per certi versi sono stati dei fallimenti e sono convinto che in futuro ce ne saranno altre. Quel che è importante è comprendere che il fallimento è un percorso di apprendimento. Sono convinto che sia impossibile eliminare completamente l’errore, ma che con questo apprendimento possiamo mitigare la possibilità di sbagliare. E che l’unico vero sbaglio è quello di non averci mai provato.

Scritto da
Damiano Congedo
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